Basandosi sulla diffusione delle energie rinnovabili su larga scala, che per se stesse sono intermittenti e quindi difficili da prevedere, la transizione energetica crea un bisogno crescente di flessibilità e stoccaggio di energia al fine di stabilizzare le reti elettriche e soddisfare la domanda dei mercati.
L’idrogeno, l’anello indispensabile per la riuscita della transizione energetica
Come complemento alle soluzioni “tradizionali” di stoccaggio di energia elettrica (STEP, batterie, ecc.), per garantire uno stoccaggio efficiente (sotto forma gassosa o liquida) e una valorizzazione massiva dell’eccedenza di energia elettrica rinnovabile, il ricorso all’idrogeno appare come una soluzione indispensabile, flessibile e competitiva.
L’idrogeno è l’unico vettore energetico che consente lo stoccaggio dell’elettricità in eccesso e la sua valorizzazione grazie a molteplici applicazioni: industria, mobilità, energia.
Utilizzato come fluido nei processi industriali, trasformato in carburante pulito per veicoli a emissioni zero, oppure utilizzato come vettore di stoccaggio e flessibilità per reti elettriche e di gas, l’idrogeno a zero emissioni di carbonio, prodotto attraverso l’elettrolisi dell’acqua utilizzando elettricità rinnovabile, occupa un posto centrale nel nuovo panorama energetico.
Questa capacità di adattamento multisettoriale e la possibilità di abbinamento intersettoriale (per esempio: un’applicazione di idrogeno industriale abbinata ad una stazione di idrogeno per soddisfare i bisogni di mobilità a emissioni zero) sono tra i principali vantaggi che l’idrogeno offre.
L’idrogeno non genera emissioni di particelle inquinanti o di carbonio nel punto di utilizzo, contribuendo così alla decarbonizzazione di tutti i settori dell’economia e all’emergere di un modello di società più carbon neutral. È ormai entrato a far parte di un numero crescente di roadmap governative, e attraverso la strutturazione di coalizioni internazionali.
Secondo l’Hydrogen Council1, l’idrogeno potrebbe infatti arrivare a rappresentare fino al 20% dell’energia finale totale consumata nel 2050 (studio “Hydrogen, Scaling up”, novembre 2017), e contribuire a ridurre di 6 Gt le emissioni annue di CO2. I mercati collegati all’idrogeno e alle sue tecnologie varrebbero 2,5 trilioni di dollari all’anno e 30 milioni di posti di lavoro a livello globale.
Industria, mobilità, energia: i mercati a cui si rivolge McPhy sono al centro delle sfide ambientali, economiche e sociali della transizione energetica attualmente in corso in tutto il mondo.
Con le sue apparecchiature di produzione e distribuzione di idrogeno, McPhy si trova nella posizione ideale per poter diventare un player chiave del mercato.
Come viene prodotto l’idrogeno?
L’elettrolisi dell’acqua è una tecnologia matura e pulita per la produzione di idrogeno “verde”.
Considerato che è la componente principale del sole, l’idrogeno è “l’elemento più abbondante nell’universo”.
Tuttavia, non esiste in natura (sotto forma di depositi): deve essere prodotto, motivo per cui lo chiamiamo vettore energetico.
Sulla terra, la fonte più comune di idrogeno è l’acqua, che combina atomi di idrogeno e ossigeno. La tecnologia di elettrolisi di McPhy consente di creare una reazione elettrochimica tra acqua ed elettricità al fine di isolare l’atomo di idrogeno.
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Come funzionano gli elettrolizzatori di McPhy?
Elettrolizzatori McPhy = Acqua + Elettricità = Idrogeno
Acqua + Elettricità Rinnovabile = Idrogeno Rinnovabile o “Idrogeno Pulito”
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Attingendo all’energia rinnovabile, l’idrogeno verde lavora per l’implementazione di sistemi energetici, con i seguenti obiettivi:
- Decarbonizzare: abbinando energia rinnovabile, zero CO2 e zero particolato,
- Decentralizzare: produzione e utilizzo di energia locale
- Ottimizzare: utilizzo dell’eccedenza di produzione, gestione intelligente della rete
1L'”Hydrogen Council” è un’iniziativa globale che riunisce più di 80 (a gennaio 2020) aziende internazionali, tutte leader nell’energia, nei trasporti e nell’industria, al fine di condividere la loro visione e ambizione nell’idrogeno come acceleratore della transizione energetica. Si tratta di aziende che generano complessivamente un fatturato di 1.300 miliardi di euro e danno lavoro a 2,06 milioni di persone in tutto il mondo.